Martin Shaw Briggs
Nell’aprile del 1907 due
inglesi, Martin Shaw Briggs e Ralph Thorp, incaricati dall’editore
dell’Architectural Review di Londra, si soffermarono per breve tempo
a Lecce onde conoscere e studiare le costruzioni e i monumenti di
questa città. Il Briggs ritornò da solo nel capoluogo salentino nel
1909 e tra questo e l’anno successivo apparvero a firma dei due
britannici, sulla rivista che finanziava lo studio, quattro articoli
con fotografie, schizzi e preziose informazioni riguardanti il
patrimonio architettonico della città pugliese, dall’epoca romana
fino ai primi anni del XX secolo.
Martin Shaw Briggs
Originale del 1913 tratto da: Storia di Lecce (Nel
tallone d’Italia) a cura di Mario De Marco – Capone Editore - 2004 - pg.79-80

S.Cataldo nacque in Irlanda,
secondo la tradizione, sul principio del II secolo dopo C.
-<<dell’isola di Ibernia sita nell’oceano occidentale e di patria
della terra di Cataldo di Numenia così appellata>>. Così con le due
ultime parole il Reggio si mette al sicuro. I suoi genitori,
continua la Storia, erano chiamati Eucù e Athena, e vissero insieme
in onesto matrimonio. <<La nascita del Santo fu annunziata da un
leggiero perturbamento degli astri, ed essa svegliò l’attenzione di
un mago al quale accadde di trovarsi in quel luogo giusto nel
momento critico, e profetizzò ad Athena che il suo nato sarebbe un
giorno divenuto famoso. Egli crebbe precocemente nella fanciullezza,
sicchè la sua fama si sparse sopra la vicina isola di Britannia e
divenne popolare in Francia e in Germania.
Infatti tutta l’Europa
occidentale sembra aver mirato a bocca aperta all’Irlanda. Da
S.Patricio egli apprese il Cristianesimo, e subito dopo noi
apprendiamo egli imprese a costruire una chiesa. Durante questa
operazione un giovane operaio fu ucciso, e S.Cataldo operò il suo
primo miracolo risuscitandolo. Poco tempo dopo questo miracolo fu
seguito da un altro: il figlio di un soldato fu anch’esso richiamato
in vita. Il soldato ebbro di gioia raccontò al re la novella (non si
sa quale re sia stato), e questo monarca prontamente fece
incarcerare Cataldo sotto l’accusa di praticare la magia. Quella
stessa notte il re ebbe la visione di due angeli. Uno lo minacciò
della morte per avere imprigionato il Santo, l’altro gli offerse il
perdono qualora donasse a S.Cataldo il ducato del Duca Meltride che
proprio in quel momento era morto.
Svegliatosi da questo sogno il
re ne parlò alla moglie, e costoro perplessi ne ragionavano quando,
proprio nella mattina successiva arrivò un messaggero con la notizia
della morte del Duca. In preda al terrore il Re donò il Ducato a
Cataldo, e contemporaneamente creò costui vescovo di Raphoe. Il
nuovo prelato divise il suo dominio in 12 vescovadi e subito dopo
partì diretto in Terra Santa.
Dopo aver visitato il Sepolcro
e gli altri luoghi sacri, gli fu detto in visione che invece di
ritornare in Irlanda egli doveva compiere la sua missione in
Taranto, una città dove l’Evangelo era stato già predicato da Pietro
e da Marco. Durante la traversata infuriò la tempesta, e mentre il
capitano del bastimento manovrava ad una vela, uno dei pennoni cadde
e l’uccise, ma S.Cataldo venne subito in soccorso e lo richiamò in
vita.
Una meravigliosa serie di
miracoli illustrò la sua lunga residenza in Taranto e la sua morte
in quella città molti anni dopo, nè con essa finirono i miracoli del
Santo. L’Arcivescovo Drogon trovò il corpo di lui nove o dieci
secoli più tardi in perfetto stato di conservazione, quando fu
ricostruita la chiesa diroccata dove il Santo era stato sepolto.
Cataldo è la figura meno
attendibile e la più notevole dei Santi in Terra d’Otranto, nè
occorre inoltrarsi ancora nella sua storia.
La data del suo arrivo a
Taranto, 166 dopo C., potrebbe essere o non essere compresa entro il
periodo relativo a questi fatti. E’ assai più importante conoscere
che i vescovi suoi contemporanei sono citati dal Reggio: Euperpio di
Brindisi e Barsanofrio di Lecce, essendo papa Aniceto.
Nondimeno queste vecchie
leggende si leggono con piacere. Esse sono un vero ristoro dopo
l’infinito elenco di battaglie poco importanti e d’infruttuose
congetture intorno ad incerte genealogie. Sopra esse è fondata la
fede dei credenti e la superstizione del popolo.
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